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Seguendo l’esempio della finezza poetica della sua madre, (vedi ’Rosary of
a Hundred Beads’ di Begum Amina Ora Ray Baker) Noor compose questa poesía,
all’età di 11 anni:

Modeste et honnête,
Jolie petite violette
Qui jette son beau parfum
Dans mon petit jardin.

Nel 1926, con Noor appena 12 anni di età, suo padre Hazrat Inayat Khan, che
no aveva visto la sua India per 16 anni, ritornó, viaggiando all’origine della sua vita,
a Baroda, visitando la tomba di Moinuddin Chisti nel Rajasthan. Continuó poi il suo
viaggio fino a Delhi, a visitare amici nel quartiere di Nizamuddin Aulia. É lì dove morí.
il 5 febbraio del 1927.

Era un colpo duro per tutta la famiglia, e Noor prese in mano i compiti di cura
per tutta la famiglia, e sviluppó un senso profondo di servizio e dedicazione.

Unendo il suo amore per l’infanzia e la sua passione per le storie, all’età di 24
anni, Noor decise di lavorare a un’ antica raccolta di circa cinquecento racconti che
narravano le vicende delle passate incarnazioni del Buddha. Lavorò assiduamente,
alzandosi all’alba, fino a completare la sua opera nella quale riscrisse, in un linguag-
gio adatto al mondo moderno ma soprattutto ai bambini, venti delle storie Jataka.

Noor poi divenne autrice di articoli nell’edizione del Figaro della domenica,
creó la pagina per i bambini. “Tra le ninfe que vissero al fianco di una montagna,
c’era una piccola que parlava, parlava, chiacchierava, più che i grille nell’erba o i
passeri negli alberi, il suo nome era Eco“ scrisse Noor. 1938 compose questa poesía
per la sua madre amata:

A little fairy told me why the flowers wake in May
She said: “It´s for the birthday of a little Ora Ray
The sun, they say, is jealous of her lovely golden hair
The flowers look their sweetest just to try and be as fair.“

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